Nella seduta del 14 gennaio scorso, il Consiglio dei Ministri ha varato il decreto legge n. 3/2021, che stabilisce una mini-sospensione dell’attività di accertamento e riscossione fino al 31 gennaio. Si tratta di un decreto interlocutorio, emanato in attesa di ulteriori e più durature decisioni che dovrebbero essere inserite nel decreto Ristori quinquies.

L’Agenzia delle entrate si preparava, infatti, in questi giorni ad inviare 35 milioni di atti di riscossione come cartelle, ipoteche e fermi amministrativi e 15 milioni di accertamenti e lettere di compliance per invitare i contribuenti a rettificare le dichiarazioni.

Il d.l. n. 129/2020, che ha sospeso fino al 31 dicembre 2020 le attività di notifica di nuove cartelle e degli altri atti di riscossione, non sembrava sul punto di essere prorogato, nonostante i numerosi inviti in tale senso da parte delle associazioni di categoria, come confermato dal direttore dell’Agenzia delle entrate, che aveva indicato il 18 gennaio 2012 come termine in cui sarebbero partiti i primi invii degli atti di riscossione ai contribuenti.

Nella seduta del 14 gennaio il Consiglio dei Ministri ha, invece, optato per un breve rinvio per evitare di colpire i contribuenti in un momento economicamente molto difficile.

Sul punto, pur mancando indicazioni in merito da parte dell’Agenzia delle dogane, il decreto in esame dovrebbe essere applicabile anche alla riscossione coattiva dei dazi doganali, dato che tale attività, ancorché riguardante risorse proprie dell’Unione Europea, è rimessa alla legislazione dello Stato membro, ai sensi dell’art. 113, par. 1, del Codice doganale dell’Unione.